Forsan et haec olim meminisse iuvabit.
Questa espressione dell’Eneide di Virgilio che, tradotta letteralmente, significa “Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose”, sta all’origine di questo blog, che vuole raccogliere ricordi e riflessioni di una persona che, come me, ha avuto la fortuna di aver ricevuto dal Signore una vocazione speciale, quella al sacerdozio ministeriale e della responsabilità dei fratelli, di vivere esperienze ricche e interessanti, di formulare sogni, di impegnarsi in progetti nati dalla passione per il Signore e per i fratelli, ed ora nella preghiera ha la sorte di rivisitare la propria vita, scoprendone pregi ed errori, ma anche piccole perle ricevute in dono e degne di essere trasmesse a chi è più giovane o è in ricerca.
“Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose” è la frase che pronunciò Eleonora de Fonseca Pimentel, patriota napoletana, prima di salire sul patibolo il 20 agosto 1799 (immagino con quanto risentimento e tristezza!), ma nel mio caso esprime la serena fiducia di chi ringrazia Dio per quanto ha ricevuto e nella preghiera cerca di continuare ad esercitare la propria vocazione di pastore, guardando al Padre misericordioso che desidera la fioritura dei suoi figli e purificando le proprie relazioni con i fratelli per trarne il meglio ed augurare il meglio.
Offrire agli altri i propri ricordi, narrare la propria storia è un atto di tenerezza e di responsabilità, perché come ricorda Papa Francesco «i racconti ci segnano … e possono aiutarci a capire e dire chi siamo … Immergendoci nelle storie possiamo ritrovare motivazioni … per affrontare le sfide della vita» (Messaggio per la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, 1).
Anche se ci sono storie distruttive e provocatorie che logorano e spezzano i fili fragili della convivenza, le buone storie sono in grado di travalicare i confini dello spazio e del tempo e nutrono la vita (Cfr.Ibid, 2).
L’essere sollevato dalla responsabilità di una Diocesi, che libera un vescovo dalla tentazione del potere, mi ha donato una visione diversa delle cose e delle persone, facendomi riscoprire il senso concreto di una bellissima espressione di Papa Francesco nell’Enciclica Evangelii Gaudium: «il tempo è superiore allo spazio», che mi sta aiutando a comprendere ogni azione pastorale non sulla base del consenso immediato o della conquista seppur formale di “anime” e di visibilità, ma sulla capacità di piantare semi di Vangelo nella vita dei fratelli per aprire ad orizzonti più autentici, creare tormenti salutari ed avviare cammini di umanizzazione e fioriture di vite autentiche.
La pastorale infatti è l’arte di far percepire ai fratelli il grido di Dio ad Adamo: «Dove sei?» (Gen 3,…), per avviarlo a trovare in Colui che è vero uomo la propria umanità più autentica, come quelle folle smarrite e dilaniate da sentimenti disumani cui Pilato proclama «Ecce Homo», Ecco l’Uomo, presentando uno che si è spogliato dell’Io ed ha donato la vita per i fratelli, nella convinzione che soltanto quando fai felice gli altri, alla fine, trovi te stesso e la felicità di essere uomo.
Questo blog, pertanto, sarà come un piccolo deposito di quanto lo Spirito mi ha donato e mi donerà. Starà lì come piccola riserva d’acqua che qualcuno mette da parte, perché qualche altro, forse assetato, vi attinga e continui il cammino. Sarò felice se sarà di qualche utilità per qualcuno, che fin d’ora ringrazio per aver condiviso con me la mia povertà e i miei piccoli doni e mi avrà dato la gioia di essergli utile. Sappia, il gentile lettore che fin d’ora lo inserirò tra le persone per le quali prego ogni giorno, perché lo Spirito soffi anche nella sua vela e lo conduca al porto sicuro della vita che è Cristo.
Buona lettura, allora, e grazie!
+ don Valentino