In foto: Alife, Cattedrale, la tomba del vescovo Antonio Moretti, O.P., 1458-1482, collocata in prossimità della porta d’ingresso
Sono stato qualche mese fa a Modena ed ho trovato in Cattedrale, accanto a quella del suo Predecessore, la tomba dell’ultimo vescovo, Mons. Antonio Lanfranchi, al quale mi legavano vincoli di fraterna amicizia. In tutte le diocesi normali, solitamente i Vescovi vengono sepolti in Cattedrale. Eccetto ad Alife, dove le ultime tracce di tombe episcopali risalgono al Medioevo. La cosa lascia perplessi anche perché molti dei presuli che hanno retto la Chiesa alifana, anche se sono morti in diocesi, hanno preferito essere sepolti a Piedimonte Matese piuttosto che in Cattedrale. L’ultimo è stato Mons. Luigi Noviello, deceduto dopo la seconda guerra mondiale e sepolto nella Chiesa di Ave Gratia Plena. In tempi relativamente recenti, poi, i vescovi (defunti mentre erano in carica) Mons. Campagna e Mons. Comparone hanno preferito “attendere la Resurrezione dei morti” nel loro paese natale. Non ho visto la tomba del secondo, ma quella del primo è sistemata in fondo ad una piccola chiesa di Montecorvino Pugliano (SA), suo paese natale, in un sacello molto modesto.
Di fronte a questi “espropri”, ad Alife sembra che nessuno abbia espresso il desiderio (o il rammarico) che i Vescovi fossero sepolti in Cattedrale, dove forse non c’è neppure posto. Ben diversamente è avvenuto a Cerreto Sannita, dove Mons. Felice Leonardo, morto centenario, dopo aver lasciato la Diocesi circa un quarto di secolo prima, ha voluto riposare lì tra la gente che aveva servito per ben 34 anni. Lo stesso che è avvenuto a Teano per Mons. Francesco Tommasiello e a Caiazzo, finché è stata una diocesi autonoma.
Mi sono domandato spesso il perché di questa anomalia alifana. Ma non è l’unica. Infatti a questa si aggiunge il fatto che, mentre sovente le sagrestie delle Cattedrali esibiscono i ritratti dei Vescovi pregressi, la cosa solo recentemente, in parte e con fatica, si è realizzata ad Alife.
È vero che le vicende storiche e ambientali della Diocesi, in passato, hanno favorito il prevalere di Piedimonte sull’antica sede alifana e che, a detta di qualche prete, solo recentemente, con Mons. Pietro Farina, la Cattedrale ha recuperato pienamente la sua funzione e la sua centralità. Ma rimane il mistero.
Sono il primo vescovo emerito della storia della Diocesi di Alife-Caiazzo. L’età smuove in me pensieri circa la vita eterna e la mia ultima dimora terrena dove attendere la Resurrezione. Sono molto legato ad Alife, dove – nell’intento di restituirle una “normalità” – ho celebrato momenti straordinari per una Diocesi, quali l’indizione e la conclusione della Visita Pastorale e il I Sinodo diocesano e per 14 mesi ho vissuto anche la bellissima esperienza di Parroco…
Per il momento, sono anche l’ultimo vescovo della sola diocesi alifano-caiatina. Talora mi domando se continuerà anche per me l’anomalia alifana.
+ don Valentino